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Targa ai deportati di Prato


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Il 7 marzo 1944 i fascisti italiani, su ordine dei tedeschi, catturarono oltre centro pratesi che vennero poi deportati nei campi di concentramento.

Nel marzo 1944 il Comitato di Liberazione Nazionale dell’Italia centro-settentrionale indisse uno sciopero nazionale con l’obiettivo principale di organizzare un’opposizione di massa contro il nazifascismo, bloccando di fatto la produzione industriale. Anche gli operai del comparto tessile di Prato parteciparono in massa. La vasta adesione allo sciopero, organizzata anche in collaborazione col nascente movimento partigiano, non solo colse di sorpresa le autorità locali fasciste e tedesche, ma le irritò al punto che il 7 marzo, dopo il decimo bombardamento aereo alleato sulla città, avviarono una vasta operazione di rastrellamento.

Durante tale azione vennero catturate molte persone che furono rinchiuse nella Fortezza, sede del comando della Guardia nazionale repubblicana; tra i prigionieri vi furono anche alcune donne, che però non vennero deportate. La mattina seguente, considerato il numero troppo esiguo dei prigionieri, si procedette a un ulteriore rastrellamento; questi ultimi vennero poi condotti a Firenze e la mattina dell’8 marzo furono caricati sul treno con destinazione Mauthasen. In totale durante la guerra ben 152 persone risultorono inviate nei campi di concentramento e di esse solo 24 tornarono a casa.