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Casa degli Oblati


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La Casa degli Oblati è uno dei luoghi simbolo della resistenza civile a Lucca. Qui infatti don Arturo Paoli e i suoi confratelli ospitarono il Cln e soprattutto svolsero un’inesausta azione di assistenza alla popolazione e di accoglienza dei perseguitati, in particolare ebrei.

Gli Oblati del Volto Santo erano una congregazione diocesana lucchese che aveva scelto di adattare alla vita del clero secolare le regole delle congregazioni religiose. 

A partire dal giugno 1942, nei locali del vecchio seminario in via del Giardino Botanico, 2, si unirono in un’esperienza di vita comunitaria (la “Casa degli Oblati”) prima don Arturo Paoli e don Guido Staderini, poi, dal novembre 1943, don Sirio Niccolai e don Renzo Tambellini.

Dal giugno del 1944 la Casa fu diretta da Mons. Raffaele Malfatti. 

Gli Oblati ospitavano nella loro sede il Centro diocesano della Giac, la Conferenza di San Vincenzo per i laureati e l’associazione “Vita e Penseiro” presieduta da Giovanni Carignani.

Organizzarono inoltre un pensionato per gli studenti in trasferta; e  la "Mensa del Povero", distribuendo oltre 500 minestre al giorno. 

Aiutarono gli ebrei in fuga da Pisa e da Livorno, attraverso Giorgio Nissim, ma anche quelli stranieri, fornendo loro abitazioni, viveri, abiti e soprattutto documenti. Si calcola che nel corso della guerra ne abbia assistiti oltre 700.

Fornirono inoltre assistenza sanitaria ai prigioneiri della Pia casa di beneficenza e ai profughi concentrati alla GIL, già Collegio Reale di San Frediano. 

Ospitarono inoltre a partire da marzo la sede del Cln militare e da maggio, con l’arrivo di Augusto Mancini, uscito dal carcere, anche di quello politic fino alla fine di agosto. L’edificio fu liberato il 5 settembre. 

Via del Giardino Botanico, 2, Lucca