Italia / Storia

Gino Menconi, il partigiano arso vivo


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Una morte violenta e terribile, il 17 ottobre del 1944 Gino Menconi venne catturato dai tedeschi, ferito, legato ad un letto e dopo essere stato cosparso di benzina, arso vivo.

Menconi nacque ad Avenza, nel Comune di Carrara, il 13 maggio 1899. Fin da giovanissimo abbracciò l'antifascismo militando nei gruppi repubblicani, durante la Prima guerra mondiale divenne ufficiale, successivamente completò gli studi in economia e commercio all'Università Ca’ Foscari di Venezia. In Francia dove si trovava in esilio fu promotore del Partito Comunista e dopo aver frequentato la "Scuola leninista" di Mosca assunse il ruolo di funzionario del partito. In Italia fu arrestato e condannato a diciassette anni poi tramutati in confino a Ventotene alla fine degli anni '30. Dall'8 settembre del 1943 visse in clandestinità all'interno del CLN tra Firenze e Parma, qui, durante il suo incarico di comandante di Piazza, venne scoperto dai tedeschi probabilmente a causa di una delazione nel corso di una riunione a Bosco di Corniglio con altri rappresentanti partigiani. Molti dei suoi compagni rimasero uccisi mentre “Renzi”, suo nome di battaglia, “...Tradito, veniva attaccato proditoriamente da un reparto di SS. e crivellato di colpi prima ancora di difendersi...Atterrato, stretto nei vincoli, era cosparso di benzina ed arso vivo. Fiaccola ardente di fede, illumina la vita di tutto un popolo. Bosco Corniglio, 17 ottobre 1944.” come riporta la motivazione della medaglia d'oro al valore militare. In sua memoria è stato intitolato l'Istituto Comprensivo Avenza G. Menconi a Carrara, una strada, una piazza e una targa, mentre una lapide è presente all'interno del cimitero di Turigliano.

Piazza Gino Lucetti, 8, Carrara