Polonia / Monumento

Le marce della morte


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Nervosi per l’avvicinamento dell’esercito sovietico, i tedeschi decisero di evacuare il campo di concentramento di Stutthof nel gennaio 1945. I prigionieri, già affamati e deboli, dovettero camminare per giorni in condizioni metereologiche avverse, quasi senza cibo. Migliaia di loro morirono di sfinimento o furono uccisi dalle guardie tedesche.

Nel gennaio 1945 l’esercito sovietico si trovava a soli 50 chilometri dal campo di concentramento di Stutthof. Per questo motivo, i tedeschi decisero di evacuare il campo e i suoi sotto-campi. Il 25 gennaio 1945, dopo una chiamata alle quattro del mattino, circa 37.000 prigionieri furono fatti marciare fuori dal campo principale e camminare per una settimana per raggiungere i campi ad ovest di Danzica. In terribili condizioni metereologiche e verosimilmente senza cibo, molti prigionieri morirono per lo sfinimento. Le guardie tedesche uccidevano coloro che non erano in grado di proseguire. Nei nuovi campi, gli evacuati continuarono a soffrire la fame e le malattie. Circa 20.000 persone morirono durante queste marce della morte. Circa 5.000 prigionieri del sotto-campi di Stutthof furono portati sulla costa del Mar Baltico. Lì furono forzati a camminare nell’acqua gelida per essere mitragliati.  Circa 12.000 prigionieri vennero lasciati al campo di Stutthof, dove ci fu un’epidemia di tifo. Il 25 e 27 aprile 1945 si cominciò un’altra evacuazione, stavolta via mare verso Flensburg e Lubecca. Metà degli evacuati morì durante il trasporto. I loro corpi nudi furono gettati nel Mar Baltico. Avvicinandosi a Lubecca, le autorità locali non permisero ai prigionieri di sbarcare. Quasi tutti furono uccisi. Circa 7.000 persone persero la vita.  Quando il campo di Stutthof fu liberato dall’Armata Rossa il 9 maggio 1945, solo 140 prigionieri erano sopravvissuti.

Gdańska 104, 82-103 Mikoszewo, Pologne